Quando filo, colore, parola s’intrecciano
Alice Schivardi, Luciana Pretta, Luisa Lanarca
Tre artiste a confronto
Un ciclo di tre mostre a cura di Giovanna Dalla Chiesa, che mette a confronto il lavoro di tre artiste alla loro prima collaborazione con la Galleria: Alice Schivardi, Luciana Pretta e Luisa Lanarca.
Come osserva Giovanna Dalla Chiesa:
“L’arte della pittura, nella sua ricchezza, ci ha abituato a una tale sovrapposizione di elementi da nascondere la funzione di ciascuno di essi a profitto della rete di significati che ne sostiene globalmente l’insieme. In questa mostra, che sembra fatta apposta per sottolineare i contorni di una costellazione femminile, a ciascuna delle tre artiste è affidato il ruolo di sostenere integralmente la funzione di uno di essi sullo sfondo di un sottile rinvio alla pittura: ad Alice Schivardi il potere del filo che nei suoi ‘disegni a ricamo’ prende il posto della matita o della penna per tracciare figure che si librano nell’aria grazie ai supporti trasparenti marcando la dimensione aerea e infinita dello spazio, quanto la sua concentrazione in piccoli dettagli; a Luciana Pretta lo scorrere delle emozioni nelle distese di colore che scivolano come una coltre liquida da cima a fondo, da cielo a terra, simulando la tettonica di un ambiente morbido e accogliente capace di avvolgere il nostro spazio come fanno gli arazzi; a Luisa Lanarca il compito d’intrecciare filo, colore, luce, chiamando in causa la parola poetica attraverso l’arte della tessitura, sino a trasformarla in un’invocazione, trascritta secondo i canoni delle insegne e delle affiches di fine Ottocento.
Il ‘quando’ del titolo, vuole indicare non una modalità generale del filo, del colore e della parola, ma il frangente specifico e l’evento particolare in cui le cose avverranno non solo per le artiste, ma per i visitatori che vedranno e saranno chiamati a interpretare le tre differenti personali di due settimane ciascuna, intrecciandone i fili, per farne emergere le variabili in un sostrato comune.”
Capitolo 1
ALICE SCHIVARDI
19 febbraio — 8 marzo 2025
In mostra una selezione di opere che riflettono il linguaggio distintivo di Alice Schivardi, il suo interesse per la narrazione intima e la costruzione di legami attraverso il disegno e il ricamo.
Il percorso espositivo include “Coccinelle” (2010-2015), un’installazione composta da 32 ovali ricamati su carta da lucido, incorniciati in resina, che insieme formano un mosaico di memorie ed emozioni nascoste. Dalla serie “Amore incondizionato” e “Black Series”, due opere ricamate su carta da lucido, in cui il filo diventa uno strumento per sondare le profondità dell’affettività e delle relazioni umane. In “Eco di Luce”, un’ape si posa su una bocca, caricando di valenze simboliche e antropologiche la tensione tra silenzio e necessità di parola. Infine, un gruppo di api in volo (disegni a ricamo su carta da lucido, matita, filo di cotone, cornice in metallo): ognuna disegna la propria traiettoria e, nell’attesa di ricevere il nome da chi ne entrerà in possesso, suggerisce un’ulteriore riflessione sul possibile legame tra le due specie, quella umana e quella del regno animale.

Capitolo 2
LUCIANA PRETTA
12 – 29 marzo 2025
In mostra una selezione di lavori recenti: tre monumentali dipinti verticali (h. 5 m) si susseguono lungo un’intera parete, dispiegandosi come arazzi sospesi. Disposti l’uno accanto all’altro, evocano l’idea di un trittico fluido, in cui il colore e la materia scorrono in continuità, come un’unica grande tessitura pittorica. A fare da contrappunto, un gruppo di dipinti di piccolo formato e una installazione che include alcune sue opere scultoree.
Come osserva Giovanna Dalla Chiesa: “Luciana Pretta è nata pittrice. La pittura è il linguaggio silenzioso in cui la sua sensibilità ha preso naturalmente forma, curvando maternamente intorno agli ostacoli, trovando rifugio nella ricchezza delle emozioni e del sogno. La sua pittura non presenta alcuna distinzione tra linea e colore, tra il disegno (raziocinio) e il colore (sentimento). Il Brasile da cui proviene – benché le sue origini siano italiane – con l’enorme estensione, i suoi colori, l’ignoranza di passioni e conflitti come quelli che nutrono la tragedia greca, l’assenza di ogni regola prospettica, è il regno delle relazioni spontanee, di una cultura che non privilegia la rappresentazione, ma il canto, la musica e la danza; di rituali e di comportamenti che nascono in continuità e in simbiosi con il corpo della natura (e dell’essere umano) e che ne onorano aspetti e sostanza.”

Capitolo 3
LUISA LANARCA
2 – 19 aprile 2025
In mostra una selezione di arazzi eseguiti dal 1980 a oggi con la tecnica della tessitura a due licci, arricchiti, nel corso del processo tessile, da tecniche miste.
Frutto di un percorso creativo che intreccia l’esperienza diretta della materia con un approfondimento teorico basato sugli studi di Percezione Visiva e di Gestalt, questi lavori rivelano una ricerca stratificata e profonda. In alcune opere, ispirate alle poesie di Emily Dickinson, filo, colore e luce si fondono con la parola poetica, che affiora nella trama tessile trasformandola in un’invocazione con richiami alle insegne e alle affiches di fine Ottocento.
Come osserva Giovanna Dalla Chiesa: “Luisa Lanarca non è di quelli che arrivano oggi alla tessitura, ma al contrario che dalla tessitura è partita subito e con maestri importanti, come Laura Marcucci Cambellotti e il suo Laboratorio Tessile. Ciò che rende piuttosto eccezionale il suo percorso è l’uso speculativo sul piano psicologico che ne ha fatto, grazie agli approfondimenti di Percezione Visiva e di Gestalt, appresi alla Scuola di Luigi Veronesi a Milano.”
