24 Giugno — 23 Luglio 2022

In mostra una preziosa e rara raccolta di dipinti che l’artista Angelo Azzellini (1961 – 1995), scomparso a soli 34 anni, ha realizzato all’inizio degli anni Novanta.

Angelo Azzellini nasce a Rodi Garganico nel 1961. A quattordici anni si trasferisce a Torino per studiare al Liceo Artistico e poi proseguire gli studi all’Accademia di Belle Arti di Urbino. Trascorrerà periodi della sua breve vita negli Stati Uniti, Germania, Inghilterra e Cina, per vivere in seguito a Milano e infine a Roma.

Azzellini sembra intendere la pittura come forma di meditazione, come modo di essere in uno stato di silenzio profondo in cui la totale consapevolezza di ciò che la vita offre nel momento presente si dilata in una condizione sconfinata di amore e innocenza. Partendo da solidi studi di disegno, si immerge progressivamente nell’astrazione gestuale grazie a cui, con libertà e stile, infonde energia e vigore alla sua pittura, dialogante con i primordi dell’Espressionismo astratto. Nei suoi quadri, perlopiù di grande formato, tutta la forza e l’intensità del suo sentire emergono attraverso il colore e la materia pittorica, con la rugosità e la densità precipua dell’acrilico.

Per il venticinquennale dalla sua scomparsa è stato edito il libro “L’opera incompleta di Angelo Azzellini”, per torredinebbiaedizioni, di 225 pagine a colori, a cura e con una riflessione di Ria Lussi, con testi critici di Lorenzo Canova, Piero Castoro, Umberto Palestini, Fulvio Abbate, Mariano Apa, con oltre 130 opere riprodotte e un’ampia documentazione biografica e accademica.

Nel testo “L’incendio della pittura”, Lorenzo Canova annota: “Le pennellate scoperte e addensate, veloci e allo stesso tempo meditate, le colature, gli schizzi e le gocciolature si diffondono veloci sul supporto, i neri si schiariscono fino a esplodere nelle fiammate dei gialli e dei rossi sostenuti da ombre sapienti, i grigi si inabissano nei violetti e tutte le composizioni pulsano di note cromatiche in bilico tra oscurità e splendore.
Il pennello colpisce con squarci di biacca, nel vigore controllato delle stesure pittoriche di Azzellini che modulano l’aggressione alla tela con la profondità di accordi coloristici riequilibrati da una soffusa e liquida vibrazione dei piani.
Il pittore riesce così a dare spazio alla materia pittorica, alle sue rugosità e alle sue densità anche con l’acrilico, che probabilmente lo sostiene nella sua esigenza di coniugare la rapidità delle stesure alla volontà di stendere e di sovrapporre il colore attraverso trasparenze e velature.
Azzellini fonde così il genio della rapidità e della leggerezza a quello di un’esattezza nascosta dietro le apparenze, in sintassi che rinnova il gesto dell’informale nella sua barbarica fusione di luce e di segno dove risuonano gli echi contaminati della sua disarmonica armonia.”

Selezione opere

Angelo Azzellini
s.t., 1992
Enquire
Angelo Azzellini
s.t., 1992 c.
Enquire
Ria Lussi
I duellanti, 2016
Enquire
Angelo Azzellini
s.t., 1992 c.
Enquire
Angelo Azzellini
s.t., 1992 c.
Enquire
Angelo Azzellini
s.t., 1992 c.
Enquire
Angelo Azzellini
s.t., 1992 c.
Enquire
Angelo Azzellini
s.t., 1992 c.
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Angelo Azzellini
s.t., 1992 c.
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Angelo Azzellini
s.t., 1992 c.
Enquire
Angelo Azzellini
s.t., 1992 c.
Enquire
Angelo Azzellini
s.t., 1992 c.
Enquire

Artisti esposti

Angelo Azzellini
 

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