24 Novembre 2016 — 14 Gennaio 2017
testo critico di Nora Iosia

In mostra la serie Eden di Isabella Ducrot, un nuovo corpo di opere in cui la carta è la materia prima e al tempo stesso materia narrante.

La mostra è inserita nel programma degli eventi del FUORI QUADRIENNALE – 16a Quadriennale d’arte “Altri tempi, altri miti”.

Scrive Nora Iosia nel testo che accompagna la mostra: “Ogni singolo foglio si impone come spazio di un racconto brevissimo, fatto di pochi elementi, perché il non detto possa avere il suo nobile respiro, e infatti l’artista non aggredisce cromaticamente il colore naturale dalla carta, lascia che esso resti visibile come un tessuto su cui si articolano alcune costanti cromatiche prevalenti: il nero dei tratti di matita e pigmento, il verde vescica, l’oro delle cornici. Talvolta delle intrusioni di colore, piccole apparizioni fugaci a giocare la loro breve partita con lo spazio-tempo a loro concesso.

Al centro della narrazione una epifania, epifania della visione: la scoperta del Bello, dell’Eros, della Natura, del Tempo, dell’Altro…

Visione e dunque presa di coscienza, l’attimo prima che l’uomo perda il Paradiso, che la consapevolezza lo deprivi dell’eterna assenza di perdita e morte, un passaggio dall’età dell’oro alla condizione universale umana. Eppure in questa epifania non c’è dramma, perché la condizione umana qui esaltata è lo stupore, la meraviglia, l’ebbrezza che ogni visione riesce a scatenare, la fame di conoscenza muove e smuove il mondo, la storia tutta, dalle origini e per sempre.

Undici le opere in mostra, di cui una di grande formato (240 x 200 cm): “un foglio di carta elevato quasi alla sua massima possibilità, le sagome di corpi e figure femminili e maschili in carta ritagliata e applicata sono accolte da un motivo a quadri, come in un grande canovaccio di tessuto. Qui si dipana un repertorio di infinite epifanie, le immagini quasi si sovrappongono, saturando lo spazio a comporsi in una coreografia di eventi. […] Carta, forbici e colla costruiscono un Eden dove tutto è possibile, non c’è frattura tra segno e significato, ma convivenza tra opposti: la griglia dello sfondo amplifica la libera danza delle forme da Eros a Thanatos, esalta la bellezza del corpo e della sua effimera armonia.” [n.i.]

Selezione opere

Isabella Ducrot
Eden, 2016
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Eden, 2016
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Eden, 2016
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Testo critico

Isabella Ducrot "Eden" 2016

di Nora Iosia

“Eden” è un nuovo corpo di undici opere di Isabella Ducrot, tutte interamente su carta e in cui la carta è la materia prima e al tempo stesso materia narrante. Ogni singolo foglio si impone come spazio di un racconto brevissimo, fatto di pochi elementi, perché il non detto possa avere il suo nobile respiro, e infatti l’artista non aggredisce cromaticamente il colore naturale dalla carta, lascia che esso resti visibile come un tessuto su cui si articolano alcune costanti cromatiche prevalenti: il nero dei tratti di matita e pigmento, il verde vescica, l’oro delle cornici. Talvolta delle intrusioni di colore, piccole apparizioni fugaci a giocare la loro breve partita con lo spazio-tempo a loro concesso.

Al centro della narrazione una epifania, epifania della visione: la scoperta del Bello, dell’Eros, della Natura, del Tempo, dell’Altro…

Visione e dunque presa di coscienza, l’attimo prima che l’uomo perda il Paradiso, che la consapevolezza lo deprivi dell’eterna assenza di perdita e morte, un passaggio dall’età dell’oro alla condizione universale umana. Eppure in questa epifania non c’è dramma, perché la condizione umana qui esaltata è lo stupore, la meraviglia, l’ebbrezza che ogni visione riesce a scatenare, la fame di conoscenza muove e smuove il mondo, la storia tutta, dalle origini e per sempre.

Prevalente la presenza di un profilo maschile definito a matita, spettatore attento ma inconsapevole, forse un giovane? Ai suoi occhi si mostrano figure femminili, elementi naturali o strane creature. Un gioco tra segno di matita e collages: ciò che appare arriva da un altrove, è forma ritagliata, applicata spesso su un fondo di carta con il motivo a quadri, quadretti neri e bianchi. Il motivo dei quadretti come tangibile esaltazione di trama e ordito degli eventi: una struttura matematica sostiene l’apparizione dell’altro da sé, mette a nudo la logica ritmica delle cose, o al tempo stesso l’inesorabile casualità degli incroci perché alla fine nulla è prevedibile se non lo scorrere del tempo.

Ed anche nell’opera più grande di questo “Eden”, una base di oltre due metri, un foglio di carta elevato quasi alla sua massima possibilità, le sagome di corpi e figure femminili e maschili in carta ritagliata e applicata sono accolte da un motivo a quadri, come in un grande canovaccio di tessuto. Qui si dipana un repertorio di infinite epifanie, le immagini quasi si sovrappongono, saturando lo spazio a comporsi in una coreografia di eventi. L’eco della struttura del tessuto, la trama e l’ordito, nuda e cruda si impone in segni grafici, nero su bianco, essenziali e logici e chiama a sé forme che affiorano dal gioco felice del collage. Non è assente la Natura, con l’erba e le foglie.

Carta, forbici e colla costruiscono un Eden dove tutto è possibile, non c’è frattura tra segno e significato, ma convivenza tra opposti: la griglia dello sfondo amplifica la libera danza delle forme da Eros a Thanatos, esalta la bellezza del corpo e della sua effimera armonia.

Extra

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Press

Artisti esposti

Isabella Ducrot
 

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